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martedì 1 ottobre 2013

Benchmark: GNOME 3.8 vs GNOME 3.10 vs Unity 7.1.1

Dopo aver confrontato GNOME 3.8 con il nuovo GNOME 3.10, curioso dei possibili risultati ho incluso nel test anche l'ultima versione di Unity, la 7.1.1 rilasciata solamente pochi giorni fa.



Nei precedenti test, pubblicati quest'estate, sia con X.org che con Mir, Unity si è quasi sempre rivelata la vincitrice in termini di prestazioni, specie nei giochi. Come sono cambiate le cose con la nuova versione di entrambe le interfacce?



La configurazione dei test è la stessa del post precedente:


Tutti i test sono stati effettuati con effetti visivi massimi a risoluzione 1920x1080 (Full HD).


1° test: QGears 2

Viene testata la capacità di scaling di un immagine. I risultati sono misurati in FPS (Fotogrammi al secondo): più sono, meglio è.





Con l'ultima versione della sua interfaccia, GNOME è riuscito a battere Unity per 5 FPS. Un bel passo avanti anche per il team di Unity, dato che nei test di giugno (con X.org) era GNOME 3.8(.3) a battere il DE di Canonical.


2° test: SuperTuxKart

Un semplice gioco multipiattaforma che richiede esigue risorse grafiche per funzionare correttamente.






In questo caso, anche se le differenze sono veramente minime (0,45 FPS) è GNOME 3.8 a trionfare sugli altri due, portando il nuovo 3.10 all'ultimo posto. La differenza, però, è veramente ininfluente: è possibile affermare che i tre sistemi si equivalgono.


3° test: OpenArena

Anche questa volta, ho testato le prestazioni in OpenArena, un gioco basato su QuakeIII che consuma un po' più di risorse grafiche dei precedenti test.






Di nuovo, le prestazioni sono molto simili. Unity è quasi allo stesso livello di GNOME 3.8, entrambi battuti da GNOME 3.10 per 1,47 FPS.


4° test: Team Fortress 2

Team Fortress 2 è un gioco sviluppato da Valve, approdato da poco nel mondo Linux grazie a Steam.
È molto più pesante dei giochi precedenti, specie in full HD con effetti grafici alti.
Proprio per questo motivo, ho eseguito il test solamente su GNOME 3.10 e Unity 7.1.1, data l'elevata quantità di tempo impiegata per portare a termine i test (i FPS totali sono stati calcolati facendo la media di 3 sessioni di gioco per DE, in una mappa appositamente creata per ricreare le stesse condizioni di gioco in tutti i test eseguiti).







I risultati sono complessivamente buoni. Contro ogni aspettativa GNOME 3.10 raggiunge il primo posto per poco meno di 1 FPS, il che lo rende (anche se di poco) il miglior ambiente grafico per giocare (del test), titolo che fino ad oggi, deteneva Unity.

Dato che i test di giugno sono stati eseguiti su un hardware diverso, non ho modo di confrontare anche i progressi di Unity, negli ultimi suoi rilasci. È comunque certo, che il team di GNOME ha svolto un ottimo lavoro ed è riuscito (per ora) a superare in tutti i test il suo principale concorrente.

lunedì 30 settembre 2013

Benchmark: GNOME 3.8 VS GNOME 3.10


Il 25 settembre, dopo 6 mesi dall'uscita della versione precedente (la 3.8), è stato rilasciato GNOME 3.10.
Il comunicato ufficiale parla di un menù di avvio rivisitato, un software center, nuove core apps, varie modifiche al tema e il supporto alle alte risoluzioni.
Cosa cambia, invece, dal punto di vista delle prestazioni?




Ho sottoposto GNOME 3.8 e il nuovo GNOME 3.10 a vari test di diversa intensità.
Ecco la configurazione sulla quale sono stati eseguiti i test: 



Il primo test è il meno impegnativo e testa semplicemente la velocità con cui viene scalata un'immagine. I dati sono misurati in FPS (frames per second), ovvero la quantità di fotogrammi che viene visualizzata in un secondo. Maggiore è il numero, più i risultati sono positivi.





Un buon inizio per GNOME 3.10, che guadagna 113.96 FPS in più rispetto alla precedente versione. Ovvio che un solo test non basta per aver risultati certi. Per questo, il prossimo test è un po' più pesante.

SuperTuxKart è un gioco opensource multipiattaforma senza grandi pretese. Ho provato a misurare i FPS durante l'esecuzione a livelli massimi di effetti visivi.






Questa volta è GNOME 3.8 in prima posizione, anche se la differenza è veramente minima: poco meno di un FPS. Si può quindi affermare che i due DE, si equivalgono.

L'ultimo test è il più duro. OpenArena è, ancora una volta, un gioco basato su Quake III. Non è agli stessi livelli di SuperTux, anzi... Richiede molte più risorse per essere seguito, specie con gli effetti grafici visivi al massimo, in Full HD (1920x1080).








Anche in questo caso, la differenza è minima: solo 2 FPS, un miglioramento quasi impercettibile in gioco, dato che la soglia minima per avere una grafica scorrevole è di 25 - 30 FPS.




In conclusione, i due sistemi sono molto simili per quanto riguarda le prestazioni. Poca la differenza in gaming, l'unico miglioramento percettibile è nella velocità di elaborazione, ad esempio nello scaling di un'immagine. 


È sicuramente un (piccolo) passo nella direzione giusta, dato che, l'aggiornamento di un programma è sempre più sinonimo di nuove funzionalità, a discapito della leggerezza. Per quanto riguarda Unity, vi rimando al prossimo post, che a breve metterà direttamente a confronto l'ultima versione di quest'ultimo con GNOME 3.10.

martedì 17 settembre 2013

Kdenlive: Come creare un DVD video con Ubuntu

Con Kdenlive è possibile creare un DVD video, magari per qualche evento importante o solamente per conservare i propri ricordi delle vacanze. Kdenlive ci guida dall'importazione dei dati grezzi alla creazione di un DVD video, completo di menù e selezione capitoli.




Prima di tutto, vi basterà importare i file del che vorreste vedere nel video. Nel caso di un filmino delle vacanze, vi basterà fare click su Progetto → Aggiungi Clip e selezionare tutti i file video dalla videocamera.



Una volta aggiunte tutte le clip vi basterà trascinarle a vostro piacimento nella Timeline. Avete a disposizione (di default) 3 tracce video + 2 tracce per l'audio, che potrete comunque incrementare a vostro piacimento tramite il menù delle proprietà.





Oltre a questo, esistono un'infinità di effetti e transizioni, applicabili ad immagini e video che spaziano dalla semplice dissolvenza dal nero al "blue screen", che vi permetterà di creare effetti degni di un film di animazione, semplicemente registrandovi davanti ad uno sfondo (un panno o un grande muro) blu. Sarà così possibile isolare i protagonisti dallo sfondo e creare, con un pizzico di creatività, infinite combinazioni.



Gli effetti di Kdenlive sono molti, servirebbe un post intero per descriverli tutti. Immaginiamo che la modifica del filmato sia finita. Ora è possibile guardare in anteprima il filmato tramite lo schermo nero in alto a destra, prima del rendering finale. Una volta corretti eventuali imperfezioni, si può procedere con la creazione del prodotto finale.

Fare click su "Esporta" e selezionare come destinazione "DVD". Selezionando File, sarà possibile esportare il filmato in una moltitudine di formati che potrebbero però essere incompatibili con un lettore DVD Video (quello collegato alla TV, tutti i formati sono comunque compatibili con il Pc).



Successivamente scegliere "Apri la procedura guidata DVD dopo l'esportazione" e fare click su Esporta file.



Dopo alcuni minuti di attesa (la durata del rendering è direttamente proporzionale alla lunghezza e alla qualità del filmato), verrà mostrato il filmato appena esportato. Se avete altri filmati video in formato .vob, potrete aggiungerli ora al vostro DVD. In caso contrario, potrete comunque aggiungere al DVD qualsiasi altro filmato, Kdenlive lo convertirà automaticamente.



La prossima schermata riguarda la gestione dei capitoli. Usate la barra in alto per spostarvi all'interno del video e fate click su "Aggiungi capitolo" al momento desiderato.



Se volete, potete anche creare un menù personalizzato, che verrà visualizzato appena il DVD sarà riprodotto. È possibile inserire scritte personalizzate e colori, immagini o altri video come sfondo.



Avete quasi finito, non vi resta che creare il file immagine .iso, pronto per essere masterizzato sul DVD. Selezionate il percorso desiderato e fate quindi click su "Crea Immagine ISO DVD".



Alla fine dell'operazione, vi ritroverete con un file .iso nella directory che avete specificato.



Selezionate infine "Masterizza" per scrivere i dati su disco. Kdenlive rileverà i programmi per la scrittura installati sul sistema e una volta scelto quello preferito, lo avvierà automaticamente.




A questo punto siete pronti per gustarvi il vostro nuovo DVD Video creato interamente con Kdenlive, uno dei più completi editor video disponibili per Ubuntu (e derivate, non a caso Kdenlive fa parte della suite dei programmi KDE).

martedì 13 agosto 2013

Recensione: Elementary OS 0.2 "Luna"

Dopo un countdown durato più di due giorni sul sito ufficiale, la seconda versione di Elementary OS denominata "Luna" è stata finalmente rilasciata.

Il team Elementary, già dalla sua prima distribuzione, Jupiter, si è distinto nel mondo Linux per la perfetta armonia tra leggerezza ed eleganza, con un tema ben curato e che richiama i colori e lo stile di Mac OS X.









Basata su Ubuntu 12.04 LTS, ElementaryOS Luna al primo avvio, si presenta con un desktop pulito, una barra superiore che ricorda quella di GNOME-Shell e una dock, in basso.

Fai click sull'immagine per ingrandire

sabato 10 agosto 2013

Benkmark: USB 3.0 con chiavette 2.0

USB 3.0 è il nuovo standard USB introdotto nel 2008 che promette, oltre ad altri benefici, maggiore velocità di trasferimento, fino a 10 volte maggiore rispetto al precedente standard: USB 2.0.





Secondo le statistiche ufficiali, USB 3.0 dovrebbe raggiungere una velocità teorica di 600 MB/s ed una reale di 400 MB/s come mostra la seguente tabella:
TipoPrestazioni teorichePrestazioni reali
USB 1.01,5 Mbit/s (0,1875 MB/s)
USB 1.112 Mbit/s (1,5 MB/s)
USB 2.0480 Mbit/s (60 MB/s)~280 Mbit/s (~35 MB/s)
USB 3.04,8 Gbit/s (600 MB/s)3,2 Gbit/s (400 MB/s)
(FONTE: Wikipedia)

Purtroppo, per sfruttare a pieno le potenzialità di USB 3.0 è necessario avere una chiavetta equipaggiata a sua volta con USB 3.0 che ha un costo leggermente maggiore di una "vecchia" 2.0 ed è ancora raramente usata dagli utenti.

Cosa fare invece se in casa avete un PC con USB 3.0 e chiavette con USB 2.0? Cosa succederebbe inserendo comunque queste ultime in una porta 3.0?

giovedì 18 luglio 2013

The line where two surfaces meet

Oggi (18 luglio 2013) è apparso sul sito web di Ubuntu (www.ubuntu.com) un bizzarro conto alla rovescia.


Di certo, Canonical mira all'effetto sorpresa, lasciando tutti con il fiato sospeso e creando un vero e proprio enigma, con le parole "The line where two surfaces meet", le uniche che accompagnano il contdown. È inoltre presente la scritta "4 giorni", che ci fa capire che, finalmente, fra 4 giorni sapremo tutto.

Ultimamente, inoltre, è stato registrato da Canonical il marchio "Ubuntu Edge", ed è stato anche comprato un sito web dedicato "www.ubuntuedge.com".

Ecco le mie ipotesi al riguardo.

sabato 13 luglio 2013

Benchmark: X.org VS Mir

Dopo l'annuncio di Canonical riguardante Mir, che verrà incluso come server grafico di default a partire da Ubuntu 13.10, ho deciso di fare alcuni test (benchmark, in gergo), per valutare se effettivamente le performance di Mir sono paragonabili a quelle del buon vecchio X.org (il server grafico presente attualmente su Ubuntu), come promesso da Mark Shuttleworth sul suo blog.

Tutti i benchmark sono stati eseguiti con la suite "Phoronix Test", su Ubuntu 13.10 (Saucy Salamander).



Ho pensato inoltre di eseguire i test su un hardware di fascia medio-bassa (soprattutto la scheda video), dato che su un PC più potente le differenze fra X.org e Mir sarebbero state meno rilevanti.

Ecco la configurazione del PC sul quale sono stati eseguiti i test:


La scheda video in questione è un'integrata Intel HD 2500.

Per quanto riguarda le interfacce grafiche, sono state testate Unity, GNOME-Shell, KDE e XFCE sia su Mir che su X.org.

I risultati del test sono in FPS (Fotogrammi Per Secondo): più grandi sono i valori, meglio è. Ad esempio, per giocare in maniera fluida occorrerebbero circa 25-30 FPS. Al di sotto di questa soglia, le immagini potrebbero andare "a scatti".

sabato 29 giugno 2013

giovedì 27 giugno 2013

Packaging recipe: come aggiornare automaticamente il proprio PPA su Launchpad

Hai creato un nuovo programma open source e vuoi caricare i sorgenti online?
Su Launchpad ci sono principalmente due vie per farlo. La prima, caricando i sorgenti su una branch e la seconda, aprendo un PPA.
I vantaggi del PPA sono molteplici: gli utenti debian/ubuntuntiani possono aggiungerli al proprio sistema per scaricare sempre, senza alcuno sforzo, l'ultima versione disponibile del pacchetto.

Immaginiamo ora che i sorgenti del programma siano su una branch. Dopo alcune modifiche, si decide di rilasciare una nuova versione. Il maintainer quindi scarica la branch, la pacchettizza (aggiunge la cartella /debian) e la compila sul suo PC per tutte le release di Ubuntu che vuole supportare (es. Precise, Quantal, Raring ecc...). Infine, carica il tutto sul proprio PPA.

Tutto questo processo può esser svolto autonomamente e senza il minimo intervento umano da Launchpad, creando un Packaging recipe.

Crearlo non è difficile, basta avere una branch già pronta con i sorgenti del programma dentro (il mio consiglio è di creare una seconda branch che contenga solamente la cartella /debian, per evitare di confonderla con il resto del codice).



Ecco 5 piccoli passi che in poco tempo vi permetteranno di avere un Packaging recipe funzionante (nelle foto il pacchetto si chiama "numix-icon-theme"):

1. Fare click sulla propria branch principale (dove sono caricati i sorgenti del programma);



2. Selezionare l'opzione "Create packaging recipe";



3. Scegliere il nome (che verrà utilizzato nell'URL del recipe), la descrizione (opzionale), se il pacchetto dev'essere compilato automaticamente ogni giorno (in caso contrario la compilazione partirà solo su richiesta dell'utente). Specificare se creare un nuovo PPA per ospitare i pacchetti o utilizzarne uno già presente. Infine, selezionare le release di Ubuntu per le quali il pacchetto sarà disponibile.



4. Ora viene la parte più complessa. Nel box "Recipe text", in modo predefinito saranno presenti le
seguenti righe:

# bzr-builder format 0.3 deb-version {debupstream}-0~{revno}
lp:<nome_branch_principale>

La parte dopo "deb-version", indica come sarà calcolata la versione dei pacchetti da creare. In questo caso, sarà usata l'ultima versione presente nel changelog seguita da un -0~ e dal numero di revisione della branch dalla quale il codice sarà copiato.

È possibile scegliere fra i seguenti valori:

{date}
{debupstream}
{revno}
{revno:<branch name>}
{time}



Ad esempio, con la seguente riga:
bzr-builder format 0.3 deb-version {debupstream}~ppa+{date}
 la versione del pacchetto conterrà la versione del debian/changelog seguita da  ~ppa+ seguita dalla data in cui sono state caricate le modifiche (es. nomepacchetto - 4~ppa+201306270~saucy1).

Sotto la prima riga, viene indicata la branch principale dalla quale attingere per le modifiche (dovrebbe essere già stata aggiunta in modo predefinito). Se sulla branch principale sono presenti solo i sorgenti del programma, ma non la pacchettizzazione (/debian), è possibile specificare una seconda branch, da cui fare un merge prima della compilazione.

Ad esempio, se la pacchettizzazione è caricata sulla branch di nome "packaging" su lp:~paolorotolo/<pacchetto>/packaging, il recipe sarà di conseguenza:

# bzr-builder format 0.3 deb-version {debupstream}~ppa+{date}
lp:<pacchetto>
merge packaging lp:~paolorotolo/<pacchetto>/packaging
5. Fare click su "Create Recipe".


Avete finito! 

Ora non vi resta che attendere che i pacchetti vengano compilati sul PPA da voi indicati (potrebbe volerci anche delle ore). Se avete impostato tutto in modo corretto, Launchpad ogni giorno controllerà se ci sono nuove revisioni sulla branch e, se sì, caricherà una nuova versione del pacchetto sul PPA.

giovedì 9 maggio 2013

Recensione: GNOME-Boxes 3.8

Qualche volta, per lavoro o altro, è capitato di dover aprire qualche file di Windows non compatibile con Ubuntu, o con qualsiasi altro sistema operativo libero, anche con l'aiuto di software tipo Wine.

La miglior soluzione, in questi casi è usare Windows in dual boot o, se proprio non si vuole impiegare troppo spazio su disco, usare appunto una macchina virtuale.
Fino ad ora, gli unici programmi "seri" che offrivano questa possibilità erano VirtualBox (gratis) o VMware (a pagamento). Essendo io indirettamente coinvolto nel mondo della virtualizzazione (mio padre, per lavoro, ha spesso bisogno di aprire file specifici per software che non funzionano su Linux, usando VirtualBox), ho deciso di recensire una nuova applicazione simile, sviluppata dalla comunità GNOME: GNOME-Boxes.

Il principio è lo stesso di Virtualbox: permette di creare macchine virtuali con qualsiasi sistema operativo e, in più, permette di avviare e gestire macchine reali sulla rete, inserendo semplicemente l'URL di quest'ultime.



Munito della mia copia originale di Windows XP, acquistata con il pc nel 2007 ho installato il programma.


La versione testata è la nuovissima 3.8, su Ubuntu 13.04 utilizzando alcuni PPA esterni, dato che questa non è inclusa di default nei repository.

Al primo avvio, salta subito all'occhio la semplicità e l'elegante design che caratterizza tutti i prodotti GNOME. Una prima schermata avvisa, infatti, della mancanza di macchine virutali chiamate "Box" e mi invita a crearne una.
Prima schermata di GNOME-Boxes

Dopo aver fatto click su "Nuovo", Boxes ci permette di scegliere da quale fonte recuperare il file per avviare la maccina virtuale. È possibile inserire un indirizzo di rete di una macchina reale o inserire un file .iso di un sistema operativo.




"Nautilus", il gestore file di GNOME, mi ha inoltre avvertito della possibilità di creare una macchina virtuale appena ho inserito il CD di Windows XP nel lettore.

Nautilus rileva il disco come "bootable-media" consigliando di aprirlo con Boxes

Ancora, il cd di Windows XP è riconosciuto nell'area di notifica
Ho scelto invano quest'ultima opzione, poiché Boxes è "crashato" non appena ho fatto click sul CD. Ho così creato un'immagine .iso di questo con Brasero e ho proseguito l'installazione.

A questo punto, è possibile modificare alcune informazioni base della macchina virtuale come memoria e spazio sull'hard disk.


Infine, viene visualizzato un breve riepilogo, con il pulsante "Crea" ben in vista in alto. Facciamo click su quest'ultimo per concludere l'installazione della macchina virtuale.


Nello stile di "GNOME-Documents" le varie macchine virtuali create vengono visualizzate sotto forma di piccoli riquadri "Live" che mostrano l'effettivo stato della macchina. Selezionando quest'ultima è possibile modificare alcune impostazioni o rimuoverla.

Fig. A



Dialogo per le impostazioni della macchina virtuale.
Windows nel frattempo ha già iniziato la sua installazione e, in qualunque momento, anche nella finestra delle impostazioni, è possibile constatarne l'avanzamento in basso.

Si entra nella vera e propria macchina virtuale facendo click sull'icona di questa, nella visualizzazione principale (Fig. A). Si passa così alla visualizzazione a schermo intero, con una semplice e pulita toolbar presente in alto, nascondibile passando alla visualizzazione full-screen.


La macchina virtuale è quindi pronta per essere utilizzata, appena terminata l'installazione di Windows XP. La rimozione della macchina virtuale è stata semplice e veloce. Dopo un click sul pulsante "elimina" la macchina virtuale è magicamente scomparsa, rimpicciolendosi sempre più con una piccola animazione.



In conclusione, GNOME-Boxes sembra essere un concorrente piuttosto valido agli altri "big" del settore. La forte integrazione nell'ambiente GNOME e il suo elegante design ne fa uno dei più riusciti e promettenti software sviluppati dalla comunità GNOME.



domenica 6 gennaio 2013